Lunga vita all’Ospedale “Carlo Basilotta”* di Nicosia
Elogio al personale dipendente, tra carenze e 
impegno professionale e sociale

Ci si abitua a tutto, anche alla carenza di personale negli ospedali e anche in questa sofferente condizione, il personale medico, infermieristico, tecnico di laboratorio radiologia, laboratorio analisi cliniche, laboratorio di Emotrasfusione, personale socio assistenziale,  continua ad offrire assistenza sanitaria di buon libello all’utenza del nostro territorio.
Ma fin quando durerà? Fin quando si sopporterà?
La situazione certamente non riguarda solamente l’ospedale di Nicosia, ormai è diventato un problematico andamento sparso a macchia d’olio in tutta la Sicilia ed in particolare nel sud Italia.
Principalmente la carenza in assoluto riguarda il personale medico ed è difficile rimanere impassibili a questa situazione e tacere, come se la sanità fosse da considerare come qualcosa di superfluo. Prima o poi tutti avremo bisogno di usufruire dei suoi servizi ed è inutile toccare ferro per scaramanzia.
I medici (di pronto soccorso e non solo) sono sottopressione, arrancano per poter coprire i massacranti turni di servizio, anche se appagati economicamente con delle prestazioni aggiuntive oltre al servizio normale contrattualmente previsto, è umanamente condivisibili le loro lamentele a tal proposito. Sette, otto e anche più turni notturni mensili al pronto soccorso (da 12 ore ciascuno) portano il personale ad esaurirsi e con la prevedibile mancanza di lucidità nel lavoro, conseguenti e insidiosi rischi e scarsa fruizione di ferie per riposarsi.
Ma un po’ di collaborazione e disponibilità, potrebbe venire da altri medici in servizio presso la stessa Azienda provinciale.
I problemi della carenza del personale si avvertono oggi, ma sono nati quando è stato stabilito il numero chiuso per accedere alle facoltà universitarie di medicina e specializzazione.
È possibile che, in tutti questi anni, nessuno abbia avuto una visione sociale più ampia e guardato oltre quello stabilito dalla legge e prevedere l’avvicendamento della naturale carenza che avviene per pensionamento del personale? Non ci credo ed è del tutto ragionevole pensare a tanto.
Ma allora da cosa è dipeso questo ritardo generazionale della professione di medico, forse dalla testardaggine di una “corte d’élite”, intoccabile e insaziabile di potere?
In tutti questi anni di “numero chiuso”, molti studenti, essendo stati esclusi nelle prove di ammissione alle facoltà di medicina, hanno optato per altri percorsi di studi, anche se la loro meta sarebbe stata quella di diventare medico.
È evidente che si debba procedere all’eliminazione del numero chiuso.
La Nazione necessità dei suoi medici e senza bisogno di provvedere con altri medici di altre nazioni. Mi viene in mente l’esempio della mancanza delle mascherine durante la pandemia del coronavirus, quando da tanto tempo, avevamo delegato gli altri la fabbricazione di questi semplici presidi.
Lavorando come amministrativo nell’ospedale di Nicosia, conosco bene la condizione che vive il personale medico, professionisti preparati e disponibili al dialogo con utenti e familiari e potendo menzionare delle eccellenze sanitarie di primordine come il reparto di Ortopedia e traumatologia.
Medici e infermieri, sono pronti a non fare mancare la loro presenza assistenziale sanitaria e non solo per senso di dovere, ma per una scelta di missione, anche se vissuta con sofferenza.

GRAZIE A TUTTO IL PERSONALE!
(sanspi)
marzo 2023
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* Don Carlo Basilotta (Nicosia 1645-1672) fu Antonino, barone di Sant’Andrea e dei “Sette feudi”